mercoledì 24 novembre 2010

Haere ra Aotearoa


24 Novembre
L'ultima tappa ci porta a Christchurch, e come sempre in questi viaggi in terre lontane alla fine si allenta un po' quel desiderio di scoprire, vedere e conoscere, quella spinta che ha tenuto lontana la stanchezza, e che ci ha consentito di percorrere in auto oltre 5700 km in 18 giorni, accompagnandoli con splendide escursioni in luoghi che hanno saputo offrire scenari indimenticabili.
Ora, allentata questa tensione, ci troviamo a spendere le ultime ore del nostro viaggio a zonzo per le vie del centro di Christchurch, in attesa del volo che ci riporterà ad Auckland e di qui, con due tappe successive che toccheranno Osaka e Francoforte, fino a casa.
Christchurch è la città più grande e importante dell'Isola del Sud, e porta visibili i segni e le ferite del recente fortissimo terremoto di Settembre, buona parte del centro storico è transennata, tanti cantieri sono aperti per ricostruire alcuni palazzi sventrati.
Per noi è arrivato il momento di riconsegnare l'auto e di elaborare il distacco, di chiudere nel capiente baule delle meraviglie il ricordo delle esperienze vissute in questo luogo incredibile, conservando lì dentro le immagini e le sensazioni di stupore provate di fronte a certi spettacoli che la natura è stata capace di offrire ai nostri sensi.
Haere ra Aotearoa... Arrivederci.








Il monte Aoraki



















23 Novembre
Ci avviamo ormai alla fine di questo viaggio in cui abbiamo percorso in lungo e in largo la terra dei kiwi. Le nostre quotidiane peregrinazioni ci portano oggi alle pendici del Mount Cook, l'imponente Aoraki per i Maori, che con i suoi 3755 metri è la cima più alta del continente austral-asiatico nell'emisfero Sud.
La giornata è più che calda e soleggiata, il cielo è di un azzurro terso, che nessuna nuvola scalfisce, una piccola rivincita dopo che la settimana precedente, a causa del cattivo tempo, la vista imponente dei due grandi ghiacciai del versante occidentale delle Southern Alps ci era stata negata.
Che dire delle nuvole nei cieli della Nuova Zelanda? Sono per me un altro grande motivo di fascino. Le loro forme e le loro sfumature, plasmate dai forti venti oceanici, sono cariche di suggestioni e colpiscono la fantasia, mi ritrovo così spesso a fotografare il cielo anziché i paesaggi terrestri. Del resto, devono avere colpito l'immaginazione anche dei primi Maori, quando dalle isole polinesiane sbarcarono qui e vi si insediarono, primi esseri umani ad abitarvi, attorno al 1100, visto che la chiamarono Aotearoa, che più o meno significa “isola della lunga nuvola bianca”.
Risaliamo la Waitaki Valley, la strada sale dolcemente all'interno di una valle larghissima, costellata di pascoli, sullo sfondo compare presto la maestosa sagoma bianca di neve del Mount Cook. Sul fiume che le dà il nome, sono costruiti in successione alcuni bacini artificiali ed alcune dighe con scopi idroelettrici. Le acque dei laghi Pukaki e Tekapo, risultano di un azzurro opaco, un colore incredibile che ricorda quello dei lapislazzuli. E' la rifrazione della luce solare sulle minuscole particelle calcaree in sospensione provenienti dai ghiacciai, a conferirle questa stupefacente colorazione.
Ci permettiamo una facile passeggiata fino ad un felicissimo punto panoramico affacciato sulle pendici del Mount Cook e sul Tasman Glacier, un altro bellissimo ghiacciaio di questo lato orientale delle Southern Alps. Le morene del ghiacciaio scendono fino sotto i nostri piedi e le acque limacciose di alcune torrenti, creati dallo scioglimento delle nevi, non impediscono ad alcuni avventurosi canoisti di spendere le loro pagaiate sul lago che si forma immediatamente più in basso.

martedì 23 novembre 2010

Nugget Point
















22 Novembre

Nugget Point è un altro di quei luoghi che conserverò nella memoria con emozione particolare. Si trova a pochi chilometri da Kaka Point, l'ultimo villaggio delle Catlins, dove la gente parla un inglese con una pronuncia incomprensibile. Un signore inglese, presente con la moglie nel bar in cui entriamo per la colazione, assiste al nostro tentativo di ordinare un caffè lungo e, vedendo le nostre facce disperate quando non riusciamo a capire cosa in alternativo la barista ci voglia proporre, con un largo sorriso s'avvicina e ci consola dicendoci che anche a lui quella pronuncia risulta incomprensibile. Così almeno soffriamo un po' di meno quando a me, che avevo ordinato un caffè, arriva un caffelatte e a Stefano che aveva ordinato un cappuccino, arriva un latte senza caffè...
Tornando a Nugget Point, si tratta di un promontorio su cui svetta un faro bianco e di fronte al quale sono disseminanti nell'oceano una serie di scogli che la fantasia ha portato a paragonare a delle pepite, da cui il nome di Nugget. Per arrivarci si percorre un facile sentiero a precipizio sull'oceano, dominando dall'alto una baia popolata da colonie di foche con i cuccioli. L'apice del promontorio ha qualcosa di davvero speciale, è una vera meraviglia. Le cosiddette pepite si sparpagliano nell'oceano a perdita d'occhio e sono popolate da innumerevoli colonie di uccelli: in maggioranza gabbiani, berte e sule, che rumoreggiano nei nidi e volteggiano attorno agli scogli. Da questo luogo, che già i Maori utilizzavano come punto di avvistamento, si domina il blu dell'oceano e si avverte tutta la sua imponente vastità. Mi soffermerei volentieri più a lungo a guardare l'oceano da un posto come questo, ma anche stavolta dobbiamo ripartire, io lo faccio non prima di essermi girato per un'ultima nostalgica occhiata, per meglio fissare negli occhi e nella mente le sensazioni provate.
Cominciamo finalmente la risalita verso Nord lungo la costa orientale, che ci porterà fino a Christchurch.  Transitiamo per la città universitaria di Dunedeen, e visitiamo la Otago Peninsula, infine la sera ci fermiamo ad Oamaru. Qui al tramonto assistiamo al rientro ai nidi dei pinguini dagli occhi gialli, dopo una giornata trascorsa a caccia di pesce in giro per l'oceano. Davvero goffi e impediti nel tentativo di risalire gli scogli sulla riva, ma senz'altro meno numerosi dei giapponesi scaricati a frotte nel punto d'osservazione...

lunedì 22 novembre 2010

Le Catlins


21 Novembre













Transitando nella regione delle Catlins, all'estremo Sud della Nuova Zelanda, ho ben presto avuto riscontro a quella che era la mia idea un po' riduttiva di Nuova Zelanda prima di partire: colline verdissime, punteggiate dai bianchi batuffoli delle migliaia di pecore al pascolo, coste alte e rocciose alternate a spiagge ampie e lunghissime e soprattutto vento... Un vento onnipresente che risale dall'oceano e regna sovrano, che sferza e modella i cipressi macrocarpa sulle scogliere e spettina le erbe dei pascoli. Nel corso del viaggio questa idea, vedendo luoghi e scenari diversi, si è per forza di cose corretta e modificata, ma quella delle Catlins è l'immagine che più assomiglia alla mia originaria. Il vento intenso spinge e trascina vorticosamente con sé le nuvole cariche di pioggia e nel giro di poche decine di minuti lì dove il sole aveva ricominciato a splendere dopo l'ennesimo temporale, la pioggia ricomincia a cadere, in un'alternanza tra bello e cattivo tempo così rapida da essere del tutto imprevedibile. A Waipapa Point alcune foche riposano sulle spiaggia, ma ormai è passato lo stupore dei primi avvistamenti, a Slope Point tocchiamo il punto più meridionale, lottando per raggiungerlo contro il vento che ci vuole respingere, a Curio Bay una foresta di alberi fossilizzati fornisce l'alloggio ad una colonia di pinguini dagli occhi gialli. Un saliscendi continuo tra colline e spiagge incantevoli, in un territorio quasi completamente disabitato. L'alloggio serale a Okawa è curioso, l'ostello che ci ospita è un ex ospedale dismesso, dove il gestore che ci accoglie è visibilmente ubriaco fradicio, siamo gli unici ospiti insieme ad una eterogenea coppia di ragazzi, lui messicano e lei ceca. Un po' inquietante percorrere i corridoi vuoti, che rimbombano dei nostri passi, ci chiediamo di che reparto fosse la nostra stanza, per arrivarci dobbiamo percorrerne ben due di corridoi, ma la prendiamo in ridere... c'è anche un biliardo vicino alle cucine, stasera partita!