mercoledì 24 novembre 2010

Il monte Aoraki



















23 Novembre
Ci avviamo ormai alla fine di questo viaggio in cui abbiamo percorso in lungo e in largo la terra dei kiwi. Le nostre quotidiane peregrinazioni ci portano oggi alle pendici del Mount Cook, l'imponente Aoraki per i Maori, che con i suoi 3755 metri è la cima più alta del continente austral-asiatico nell'emisfero Sud.
La giornata è più che calda e soleggiata, il cielo è di un azzurro terso, che nessuna nuvola scalfisce, una piccola rivincita dopo che la settimana precedente, a causa del cattivo tempo, la vista imponente dei due grandi ghiacciai del versante occidentale delle Southern Alps ci era stata negata.
Che dire delle nuvole nei cieli della Nuova Zelanda? Sono per me un altro grande motivo di fascino. Le loro forme e le loro sfumature, plasmate dai forti venti oceanici, sono cariche di suggestioni e colpiscono la fantasia, mi ritrovo così spesso a fotografare il cielo anziché i paesaggi terrestri. Del resto, devono avere colpito l'immaginazione anche dei primi Maori, quando dalle isole polinesiane sbarcarono qui e vi si insediarono, primi esseri umani ad abitarvi, attorno al 1100, visto che la chiamarono Aotearoa, che più o meno significa “isola della lunga nuvola bianca”.
Risaliamo la Waitaki Valley, la strada sale dolcemente all'interno di una valle larghissima, costellata di pascoli, sullo sfondo compare presto la maestosa sagoma bianca di neve del Mount Cook. Sul fiume che le dà il nome, sono costruiti in successione alcuni bacini artificiali ed alcune dighe con scopi idroelettrici. Le acque dei laghi Pukaki e Tekapo, risultano di un azzurro opaco, un colore incredibile che ricorda quello dei lapislazzuli. E' la rifrazione della luce solare sulle minuscole particelle calcaree in sospensione provenienti dai ghiacciai, a conferirle questa stupefacente colorazione.
Ci permettiamo una facile passeggiata fino ad un felicissimo punto panoramico affacciato sulle pendici del Mount Cook e sul Tasman Glacier, un altro bellissimo ghiacciaio di questo lato orientale delle Southern Alps. Le morene del ghiacciaio scendono fino sotto i nostri piedi e le acque limacciose di alcune torrenti, creati dallo scioglimento delle nevi, non impediscono ad alcuni avventurosi canoisti di spendere le loro pagaiate sul lago che si forma immediatamente più in basso.

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