21 Novembre
Transitando nella regione delle Catlins, all'estremo Sud della Nuova Zelanda, ho ben presto avuto riscontro a quella che era la mia idea un po' riduttiva di Nuova Zelanda prima di partire: colline verdissime, punteggiate dai bianchi batuffoli delle migliaia di pecore al pascolo, coste alte e rocciose alternate a spiagge ampie e lunghissime e soprattutto vento... Un vento onnipresente che risale dall'oceano e regna sovrano, che sferza e modella i cipressi macrocarpa sulle scogliere e spettina le erbe dei pascoli. Nel corso del viaggio questa idea, vedendo luoghi e scenari diversi, si è per forza di cose corretta e modificata, ma quella delle Catlins è l'immagine che più assomiglia alla mia originaria. Il vento intenso spinge e trascina vorticosamente con sé le nuvole cariche di pioggia e nel giro di poche decine di minuti lì dove il sole aveva ricominciato a splendere dopo l'ennesimo temporale, la pioggia ricomincia a cadere, in un'alternanza tra bello e cattivo tempo così rapida da essere del tutto imprevedibile. A Waipapa Point alcune foche riposano sulle spiaggia, ma ormai è passato lo stupore dei primi avvistamenti, a Slope Point tocchiamo il punto più meridionale, lottando per raggiungerlo contro il vento che ci vuole respingere, a Curio Bay una foresta di alberi fossilizzati fornisce l'alloggio ad una colonia di pinguini dagli occhi gialli. Un saliscendi continuo tra colline e spiagge incantevoli, in un territorio quasi completamente disabitato. L'alloggio serale a Okawa è curioso, l'ostello che ci ospita è un ex ospedale dismesso, dove il gestore che ci accoglie è visibilmente ubriaco fradicio, siamo gli unici ospiti insieme ad una eterogenea coppia di ragazzi, lui messicano e lei ceca. Un po' inquietante percorrere i corridoi vuoti, che rimbombano dei nostri passi, ci chiediamo di che reparto fosse la nostra stanza, per arrivarci dobbiamo percorrerne ben due di corridoi, ma la prendiamo in ridere... c'è anche un biliardo vicino alle cucine, stasera partita!
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