17 Novembre
Tanti chilometri in auto oggi, lungo la costa ovest in direzione sud, per raggiungere la zona dei ghiacciai. Purtroppo il tempo non è dei migliori, piove una pioggia fine e persistente, ma dopo tante belle giornate ci può anche stare. Raggiungiamo la West Coast, una terra aspra e selvaggia che offre mare, colline, foreste e cime ghiacciate. Qualche digressione dalla strada principale per raggiungere alcune spiagge dove la sabbia lascia spesso il posto a rive sassose, contro le quali le onde del Mar di Tasmania si abbattono con fragore, originando una curiosa schiuma biancastra. Siamo nei territori in cui si trova la pietra verde, ossia la giada, che abili artigiani da queste parti modellano per ricavarne monili e oggetti di artigianato.
All'avvicinarsi della zona montana ecco la foresta pluviale, con la sua fitta e rigogliosa vegetazione a fare da ala alla statale che la attraversa. Ci fermiamo al ristorante che incoraggia a mangiare opossum con lo slogan. “mangiando opossum si sta aiutando l'ambiente della Nuova Zelanda”, siamo curiosi di provarlo, ma purtroppo oggi nel menù l'opossum non è previsto. Ripieghiamo allora su una frittata di bianchetti, minuscoli pesciolini che vengono sbattuti nell'uovo e fritti. Raggiungiamo prima la base del Franz Josef Glacier e poi quella del Fox Glacier, ma purtroppo le nuvole basse ci nascondono alla visione le morene e le lingue ghiacciate che scendono verso valle. Se consideriamo le quote a cui si estendono i ghiacciai alle nostre latitudini, si tratta di due ghiacciai a quote molto modeste, parliamo infatti di circa 300 m. per quanto riguarda le propaggini terminali ed inoltre ad una distanza di meno di 15 km dal mare. L'idea di arrivare almeno fino alla base del ghiacciaio decidiamo per ora di congelarla, proponendoci di tentare l'indomani, se la clemenza del tempo lo consentirà. Ci accontentiamo di un'escursione di qualche ora fino alle Huka Falls, delle belle cascate situate in un territorio che offre un'alternanza tra terreni dall'aspetto vulcanico, aridi e ricoperti di arbusti e strisce di boschi verdeggianti che si sviluppano attorno al greto del torrente.
Per concludere la giornata la visita al West Coast Wildlife Center, che si occupa della difesa e del programma di incremento della popolazione del kiwi, l'uccello simbolo della Nuova Zelanda. Entriamo anche perché è l'unico modo che abbiamo per potere vedere il kiwi, vista la sua estrema rarità. Ne esistono di cinque specie, quella che vedremo è la Rowi, la più rara in quanto nel 2008 se ne contavano solo 350 esemplari. Nel centro è ricreato l'habitat dei kiwi, dentro due sale in cui è costantemente mantenuto il buio sono ospitati quattro di questi fragilissimi animaletti notturni, ed è assolutamente vietato riprenderli e fotografarli. Mette forse un po' tristezza vederli lì, muoversi in un ambiente artificiale, frugare nel terreno in cerca di cibo, sembrano un po' degli ignari attori di una messinscena, ma lo scopo del centro col suo programma di difesa e di tutela della specie è senz'altro meritorio e merita l'appoggio.
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